054/12/2024 - Comunicato Stampa
Progetto "Corpo A(L) Corpo”: un laboratorio intensivo rivolto a giovani ragazze e ragazze con diversi disturbi mentali, incentrato sulla sofferenza dei corpi.
Una sinergia tra la Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Tor Vergata e l’Associazione Orbita-Spellbound e Balletto Civile.
“C’è qualcosa di necessario in un corpo che si muove. L’urgenza di ognuno emerge lottando contro limiti, paure, inibizioni” (Michela Lucenti).
Sabato 30/11/2024 presso lo Spazio Rossellini di Roma si è tenuta la restituzione performativa del Progetto “Corpo a(l) Corpo”, un laboratorio intensivo della durata di due settimane, svoltosi nel mese di novembre presso il Policlinico Tor Vergata e dedicato a giovani ragazze e ragazzi con diversi disturbi mentali, in cui l’elemento centrale è rappresentato dalla sofferenza dei corpi (disturbi alimentari, autolesionismo, gesti suicidari, problematiche di identità).
Alla serata ha partecipato un pubblico numeroso e commosso che ha seguito con coinvolgimento e trasporto la bellissima performance nella quale i ragazzi sul palco hanno messo in scena la sequenza dei corpi che si cercano, si rincorrono e si toccano, rappresentando quella dimensione “altra” in cui, attraversando il confine della propria individualità, sono riusciti a trasformare il gioco in relazione, affidandosi ad una comunità che li ha accolti.
Durante lo spettacolo tante sono state le emozioni che hanno attraversato la platea, restituendo ai partecipanti, perlopiù coinvolti in prima persona e a diverso titolo nelle storie individuali dei ragazzi sul palco, il senso di un lavoro profondo e dirompente che ha consentito e liberato il “mettersi in gioco”, costruendo e cementando una comunità accogliente e solidale nella quale riconoscersi e ritrovarsi.
Il Progetto, ideato e co-realizzato dalla Unità di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico di Tor Vergata, diretta dal Prof. Luigi Mazzone è stato coordinato dalla dott.ssa Maria Cristina Porfirio in collaborazione con Valentina Marini e Maria Giovanna Esposito dell’Associazione Orbita-Spellbound Centro Nazionale di Produzione della Danza di Roma e con il Collettivo di danzatori di Balletto Civile, sotto la guida di Michela Lucenti ed Emanuela Serra.
Un ringraziamento speciale va rivolto all’Associazione Volontari per il Policlinico Tor Vergata Odv ed al Progetto AITA Onlus per aver sostenuto e contribuito a realizzare questo Progetto in tutte le sue fasi.
Gli obiettivi del Progetto laboratoriale sono stati quelli di aiutare le giovani e i giovani pazienti a prendere consapevolezza del proprio spazio/corpo e del suo modo di muoversi nel mondo, indagare la relazione tra i corpi e comprendere l’attenzione nei confronti dell’altro corpo, sviluppando una concentrazione comune. Solo partendo dal corpo si può sbloccare il pensiero e poi usare la consapevolezza acquisita per trasformare il pensiero in azione, in modo da trovare un canale in cui indirizzare tutta la potenza fisica e immaginifica che irrompe nel ragazzo.
Mai come in questo periodo storico l'adolescente ha bisogno di ascolto per condividere senza vergogna i propri dubbi e le proprie incertezze, i propri sogni, senza paura di essere giudicato o di non essere all'altezza.
Gli artisti di Balletto Civile raccontano: “negli anni di formazione ci siamo trovati spesso a lavorare con adolescenti e da danzatori abbiamo percepito fortemente la necessità che hanno di un lavoro sul corpo per diventare consapevoli di chi sono e di come si mostrano al mondo, per liberarsi da posture scorrette e da vizi assunti spesso per difesa. In alcuni di loro molti atteggiamenti fisici sono legati ad un blocco del pensiero e diventano dannosi per la crescita e lo sviluppo”.
Il Progetto è seguito anche dall’occhio della regista Sophie Chiarello (già vincitrice del David di Donatello nel 2023 per il documentario “Il Cerchio”), che con la sua cinepresa ed il suo sguardo attento ha accompagnato ogni fase di questo viaggio per realizzare un ulteriore documento a testimonianza dell’intero lavoro.
La speranza di realizzare da questa esperienza anche un documentario/film per il cinema, rappresenta un passaggio ulteriore per offrire su scala più ampia informazioni realistiche sul significato e l’impatto del disagio mentale tra i giovanissimi e su quali sono le relazioni le di cura anche al di fuori dei contesti clinici che permettono di avviare un reale processo di trasformazione sia nei pazienti che negli operatori.