Cancro al seno: “Colpisce l’anima, ricostruzione è la cura”

Articolo del 16.06.2022 estratto dal sito www.dire.it

 

ROMA – “La comunicazione della diagnosi è il momento più delicato, anche la paziente più consapevole non lo è più. Il tumore della mammella colpisce corpo, mente, anima, relazione umana, ha un aspetto così intimo che tutto questo unito al discorso oncologico fa pensare che la vita sia finita in quel momento, ma non è così”. È il professor Claudio Oreste Buonomo, chirurgo senologo Responsabile della Breast Unit del Policlinico Tor Vergata di Roma, a spiegare all’agenzia Dire l’organizzazione del percorso di accoglienza e presa in carico della paziente, dal sospetto di diagnosi fino all’ultimo controllo. Il tutto all’insegna della “multidisciplinarietà”, che vede lavorare insieme specialisti diversi dalla genetica, al chirurgo plastico, al fisiatra, all’oncologia, come ha spiegato.

LA TESTIMONIANZA DI VALE E L’EQUIPE CHE L’HA ACCOLTA

Un percorso durissimo che testimonia con energia e senza giri di parole la giovane Valentina Milanese, avvocata penalista testimonial di questa prima tappa nel viaggio della Dire nelle Breast Unit italiane. “È oggi molto doloroso per me tornare indietro a quella che è stata una tragedia di vita- ha raccontato- perché quando a 38 anni ti diagnosticano un carcinoma mammario ti crolla il mondo addosso, sei impaurita”.

Valentina, che nel reparto è per tutti ‘Vale’, tiene a sottolineare quanto il sostegno anche emotivo e psicologico ricevuto durante quel percorso di chirurgia e cura, – “16 cicli di chemio che mi hanno devastato e poi radio e adesso cure ormonali quotidiane” – sia stato fondamentale. Oggi prosegue i controlli, la paura più grande resta il cancro e la speranza è “trovare medici e strutture come queste che ti danno forza; speranza è la ricerca perché queste malattie cambiano la vita”, ha detto.

La Breast Unit ha un “cup interno”, come ha spiegato ancora il professor Buonomo, “abbiamo un questionario e in base al rischio che evidenzia prenotiamo una visita in un tempo contenuto anche in giornata, perché abbiamo 3 ore di ambulatorio al giorno e un medico disponibile tutti i giorni anche il sabato mattina che può visitare anche in giornata”. Sul percorso di prevenzione il senologo ha riepilogato alcune regole di riferimento: “Per le pazienti con rischio familiare un’eco già a 30 anni, se c’è mutazione esiste un percorso dedicato a queste famiglie anche prima di quell’età e anche per i maschi, altrimenti dai 35-40 anni eco e mammografia in un centro di senologia con un radiologo senologo. Oggi possiamo fare diagnosi anche di tumori di 2 mm e questo vuol dire guarire”, ha sottolineato.

 

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